Nel singolo la band utilizza la metafora dell’effetto doppler per parlare del cambiamento apparente: siamo in movimento in un mondo che cambia eppure sempre uguali a noi stessi, e anche se cambiamo, in fondo il mondo è sempre uguale. Questo concept è espresso anche nel videoclip registrato nella metro di Torino dove il protagonista nascosto nel cappuccio della propria felpa si rifugia nella routine dei giri circolari della metro alla ricerca di sé stesso, cullato dai propri pensieri o in fuga dagli stessi.